Possiamo ben vedere come questo inizio di anno sia stato
particolarmente negativo. Nessuna delle quindici borse sotto osservazione ha avuto un
andamento positivo, ancorché minimo. In particolare, si distingue per l’entità della
sua caduta quella cinese, con un -22%, seguita da quella italiana che scivola
del 12,89% e quella di Hong Kong, anch’essa
con una perdita a due cifre. Altre quattro sono quelle dall’andamento peggiore rispetto all’indice mondiale, attestatosi a una perdita del 5,48%.
con una perdita a due cifre. Altre quattro sono quelle dall’andamento peggiore rispetto all’indice mondiale, attestatosi a una perdita del 5,48%.
Altre cinque sono quelle racchiuse nello
strettissimo range -5,31/-4,72%. Chiudono la sequenza le borse londinesi e
moscovite con perdite del -2,54 e -1,55% rispettivamente.
Un inizio d’anno che la maggioranza degli investitori non ha
mai dovuto affrontare.
Che si tratti di una correzione, seppur profonda, o dell’inizio
di una nuova recessione forse è ancora presto per dirlo, ma non si può certo
dire che non l’avessimo paventata.
Rimando a ciò al post dello scorso maggio “Il controllo del rischio. L'unica vera salvaguardia
dei risparmiatori” (Link http://goodsensefinance.blogspot.it/2015/05/il-controllo-del-rischio-lunica-vera.html#more) nel quale scrivevo – senza alcuna
intenzione di fare previsioni, come è nel mio stile, ma guardando attentamente
la situazione macroeconomica mondiale – “In questi
ultimi anni abbiamo assistito a una sistematica caduta dei rendimenti che hanno
spinto i corsi di titoli, fondi e gestioni al di là di ogni più rosea
aspettativa gratificando gli investitori; per metodo di lavoro e per esperienza
ho cercato di coniugare questi rendimenti con un rigido controllo del rischio
nella consapevolezza che la fase di mercato che stiamo attraversando maschera
situazioni di grave difficoltà e che le politiche di governance stiano
soprattutto mirate a guadagnare tempo, con la speranza di riassorbire
gradualmente gli eccessi che hanno provocato la crisi esplosa nel biennio
2007/2008 ma i margini di manovra si stanno restringendo e lo scollamento tra
economia reale e finanziaria non accenna a rientrare.”
Invito pertanto i miei lettori ad
una revisione delle loro politiche di investimento maggiormente focalizzata sui
loro obiettivi piuttosto che sulla ricerca del rendimento a tutti i costi. Non
è certo il tempo degli eroismi, almeno in finanza.
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