domenica 7 febbraio 2016

PERFORMANCE BORSE MONDIALI GENNAIO 2016

Possiamo ben vedere come questo inizio di anno sia stato particolarmente negativo. Nessuna delle quindici borse sotto osservazione ha avuto un andamento positivo, ancorché minimo. In particolare, si distingue per l’entità della sua caduta quella cinese, con un -22%, seguita da quella italiana che scivola del 12,89% e quella di Hong Kong, anch’essa
con una perdita a due cifre. Altre quattro sono quelle dall’andamento peggiore rispetto all’indice mondiale, attestatosi a una perdita del 5,48%. 

Altre cinque sono quelle racchiuse nello strettissimo range -5,31/-4,72%. Chiudono la sequenza le borse londinesi e moscovite con perdite del -2,54 e -1,55% rispettivamente.

Un inizio d’anno che la maggioranza degli investitori non ha mai dovuto affrontare.

Che si tratti di una correzione, seppur profonda, o dell’inizio di una nuova recessione forse è ancora presto per dirlo, ma non si può certo dire che non l’avessimo paventata. 

Rimando a ciò al post dello scorso maggio “Il controllo del rischio. L'unica vera salvaguardia dei risparmiatori” (Link http://goodsensefinance.blogspot.it/2015/05/il-controllo-del-rischio-lunica-vera.html#more) nel quale scrivevo – senza alcuna intenzione di fare previsioni, come è nel mio stile, ma guardando attentamente la situazione macroeconomica mondiale –  “In questi ultimi anni abbiamo assistito a una sistematica caduta dei rendimenti che hanno spinto i corsi di titoli, fondi e gestioni al di là di ogni più rosea aspettativa gratificando gli investitori; per metodo di lavoro e per esperienza ho cercato di coniugare questi rendimenti con un rigido controllo del rischio nella consapevolezza che la fase di mercato che stiamo attraversando maschera situazioni di grave difficoltà e che le politiche di governance stiano soprattutto mirate a guadagnare tempo, con la speranza di riassorbire gradualmente gli eccessi che hanno provocato la crisi esplosa nel biennio 2007/2008 ma i margini di manovra si stanno restringendo e lo scollamento tra economia reale e finanziaria non accenna a rientrare.”

Invito pertanto i miei lettori ad una revisione delle loro politiche di investimento maggiormente focalizzata sui loro obiettivi piuttosto che sulla ricerca del rendimento a tutti i costi. Non è certo il tempo degli eroismi, almeno in finanza.




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